Yes, but little because I am on a diet.
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L'agenda setting è in fase di trasformazione dato che la fruizione delle notizie attraverso i social media è ormai una realtà di massa i cui utenti ricevono una selezione di notizie determinata da algoritmi (i cosiddetti "Trending Topic").
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- i mass media non riflettono la realtà, ma piuttosto la filtrano e la modellano
- i mass media concentrano la loro attenzione su pochi temi e si sforzano di far credere al pubblico che essi siano i più importanti
Quando questi tre pregiudizi vengono combinati, possiamo vedere come diventiamo predisposti a cercare, sopravvalutare e cementare la negatività. In primo luogo, a causa del pregiudizio di negatività, consumiamo preferenzialmente contenuti negativi. Cerchiamo media negativi e le testate giornalistiche, nel desiderio di mantenere l'attenzione e il pubblico, enfatizzano le storie negative. Successivamente, il pregiudizio della disponibilità predispone il nostro cervello a rappresentare in modo eccessivo e perseverare sulle cose brutte che accadono nel mondo. Infine, a causa del pregiudizio di conferma, è più probabile che cerchiamo informazioni che supportano la nostra idea del mondo come un luogo terribile e allo stesso tempo rifiutiamo informazioni che affermano il contrario.
Per iniziare a ridurre gli effetti dannosi del bias di negatività, occorre limitare il consumo di negatività alla fonte. Una cosa è essere informati, ma un'altra è esporsi a una negatività sensazionalizzata per ore al giorno. Prima e dopo aver appreso le notizie, chiediti quanto hai davvero imparato. Se per lo più stavi confermando ciò in cui credevi già, probabilmente non è stata di grande aiuto l'esperienza. Considera la possibilità di disattivare le notizie quando ti senti arrabbiato o turbato in altro modo. Meglio ancora, prova a informarti velocemente per una settimana e vedi come ti senti.Per aiutare a mitigare i rischi di bias di disponibilità, prova a contestualizzare le informazioni negative. Ogni giorno accadono cose brutte, ma questo non significa che la vita sia necessariamente brutta o che stia peggiorando. Quando senti una statistica negativa o su qualche disastro recente, non dovresti semplicemente cancellarla, ma invece provare a considerare se si tratta di un punto dati isolato o effettivamente parte di una tendenza più ampia. L'idea è che se memorizzi nuove informazioni in modo più obiettivo, otterrai una prospettiva più equilibrata quando le utilizzerai in seguito come riferimento.Infine, arriviamo al bias di conferma. Con così tante opinioni e punti dati che fluttuano in questi giorni, è così facile trovare la conferma praticamente per qualsiasi opinione. Ciò rende ancora più importante creare strategie per ridurre l'impatto negativo di questo pregiudizio sul nostro pensiero.Un modo efficace per iniziare a ridurre gli effetti del bias di conferma è mettere periodicamente in discussione le tue convinzioni. Quali sono i fatti su cui si basano le tue opinioni? Ad esempio, dopo aver visto più articoli orribili sul crimine più recente, potresti pensare che la tua città natale sia diventata il posto più pericoloso in cui vivere, ma hai effettivamente esaminato dei dati reali a sostegno di questa idea?
Ricevere informazioni vuol dire sempre e necessariamente ricevere notizie di "differenza" e la percezione della differenza è sempre limitata da una soglia. Le differenze troppo lievi o presentate troppo lentamente non sono percettibili: non offrono alimento alla percezione.
Secondo Walter Lippmann (p.22 ved. bibliografia):
Le immagini in base a cui agiscono gruppi di persone, o individui che agiscono in nome di gruppi, costituiscono l'Opinione Pubblica con le iniziali maiuscole.
Se andiamo oltre la definizione psicologica che Lippmann ne ha dato e che si riferisce alla sua concezione di pseudo-ambiente, possiamo dire che l'opinione pubblica è l'insieme delle idee che, in un determinato momento e luogo, la maggioranza delle persone che costituiscono una comunità ritiene vere e giuste. Per questo motivo l'opinione pubblica è l'obiettivo di sforzi persuasivi di coloro che posseggono poteri (politici, economici, culturali) e li usano per determinare l'agenda dei media.
La volontà collettiva della comunità può essere misurata con sondaggi d'opinione e, nelle società democratiche, si esprime col voto.
Definire il concetto di opinione pubblica è difficile perchè, nelle società moderne, i temi culturali, religiosi e sociali che gli individui possono esprimere sono molti. Una definizione valida e più articolata del concetto di opinione pubblica, è fornita qui.
- Rilevare lo scostamento tra l'immagine del Cliente (percepita da un pubblico specifico in un dato paese e in un dato periodo e misurata con sondaggi d'opinione) e l'immagine che il Cliente vorrebbe trasferire al pubblico
- Attuare modifiche all'agenda setting dei principali mass media che agiscono in quel paese mediante l'emissione di report che promuovano l'immagine del Cliente (interviste, comunicati stampa, pubblicità, ecc), migliorandola rispetto a quella offerta dai Concorrenti
- Verificare attraverso sondaggi se l'immagine del Cliente ha superato una certa soglia di consapevolezza presso il pubblico di interesse
Il sociologo Rolando Marini, riportando vari studi che ritenevano insufficienti le argomentazioni addotte dalla teoria di McCombs e Shaw nel determinare il "trasferimento di rilevanza", ha messo in evidenza l'influenza che i media più autorevoli hanno sugli altri media nel determinare l'agenda, un effetto così descritto nel libro "Mass Media e discussione pubblica" (p.13):
Il fatto di concentrarsi su alcuni temi in un determinato momento e anche di spostare successivamente l'attenzione su altri temi rappresenta quindi il risultato di quello che viene chiamato "intermedia agenda setting", cioè l'accordo che si produce nell'interazione tra i media, anche se diversi. [...]
L'agenda setting ci parla della fallacia dell'attività giornalistica, ad esempio dell'inadeguatezza con cui il sistema dell'informazione di massa riporta al pubblico eventi di grande rilievo per la democrazia come le campagne elettorali, della superficialità con cui (specialmente la televisione) tratta certi temi come la criminalità o il terrorismo e, non da ultima, dell'indifferenza con cui trascura aspetti molto preoccupanti, o anche tragici della realtà sociale, rendendoli invisibili. Ci parla di una parzialità nella rappresentazione della realtà che si trasferisce nella mente delle persone e che quindi forgia, con le sue carenze, la cultura del pubblico nella società contemporanea.
Il vantaggio del giornalismo partecipativo (Citizen Journalism) nato col Web 2.0, sembra essere quello di offrire una controinformazione rispetto all'informazione manipolata dei mass media tradizionali. Secondo Fausto Colombo (2013 ved.bibliografia p.117): "l'efficacia generale dei social media è stata direttamente proporzionale al loro legame con correnti profonde della società italiana, che i media tradizionali non erano riusciti a testimoniare e comprendere per tempo".
Nonostante questo vantaggio i social media non sono esenti dalla manipolazione; un esempio riguarda la creazione di utenti fittizi (sockpuppet) che partecipano alle conversazioni con false identità.
- Blogs: analizzando le modifiche indotte all'ecosistema mediatico dall'attività di bloggers indipendenti, Sharon Meraz (ved.bibliografia p.685) riporta il fatto che i media tradizionali, sempre più spesso, attingono alle opinioni espresse dai principali blogger politici. Lo studio della Meraz (p.701), pur condotto su un limitato numero di blogger indipendenti (18) e di quotidiani (solo due: NewYork Times e Washington Post) ha mostrato che, nel nuovo ecosistema mediatico, dove gli hyperlink determinano la salienza e la popolarità di una notizia, il silenzio su quella notizia può essere una strategia efficace per aggirare il potere dell'agenda-setting dei media tradizionali (NYT e WP). Infatti, se i blogger indipendenti non parlano di una notizia, essa risulta meno citata anche sui motori di ricerca, sui portali web e sugli aggregatori di news.
- Twitter: per valutare l'impatto di Twitter sui media tradizionali occorre valutare quanto i Trending Topic di Twitter provengano dalle news dei media tradizionali, e oggi non abbiamo dati certi. Per visualizzare i trending topic del momento è possibile consultare la loro mappa mondiale: www.trendsmap.com
- Facebook: è diventato il maggiore diffusore mondiale (oltre 1 miliardo di utenti) di notizie e pubblica le sue News (i cosiddetti Trending Topics) selezionandole dal gradimento (i like) dei suoi utenti su una serie di fonti attendibili quali: BBC News, CNN, Fox News, The Guardian, NBC News, The New York Times, USA Today, The Wall Street Journal, Washington Post, Yahoo News o Yahoo e da un ulteriore elenco di circa 1000 fonti di tutto il mondo. Si pensava che la selezione delle notizie fosse affidata esclusivamente agli algoritmi, ma il Guardian ha scoperto da un documento interno Facebook che esiste un piccolo team umano (una dozzina di persone) che controlla e autorizza le scelte.
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Walter Lippmann (2004), L'Opinione Pubblica - Donzelli Editore
Nicoletta Vittadini (2007), Che cos’è e come nasce l’opinione pubblica - Convegno de La nuova Regaldi
- Maxwell McCombs e Donald Shaw (1972), The agenda-setting function of mass media (PDF) [16719 citazioni]
- Maxwell McCombs e Donald Shaw (1993), The evolution of agenda-setting research: twenty five years in the marketplace of ideas [2081 citazioni]
- Sharon Meraz (2009), Is There an Elite Hold? Traditional Media to Social Media Agenda Setting Influence in Blog Networks
- D.A. Scheufele, D.Tewkbury (2007), Framing, Agenda Setting, and Priming: The Evolution of Three Media Effects Models (PDF)
- Fausto Colombo, Il potere socievole - 2013 Bruno Mondadori Editore - Un testo chiaro sui vantaggi e svantaggi dei social media
- (2016), Facebook news selection is in hands of editors not algorithms, documents show - The Guardian
- (2016), Facebook accused of censoring conservatives, report says - The Guardian
- Donald L. Shaw et A. (2016), The Agenda Setting in the Digital Age How We Use Media to Monitor Civic Life and Reframe Community (PDF)
- Austin Perlmutter (2019), How Negative News Distorts Our Thinking - Psychology Today
- Lorenzo Arvanitis, McKenzie Sadeghi, Jack Brewster (2023), GPT-4 produce più fake news e le rende più credibili - La Repubblica
Pagina aggiornata il 16 maggio 2023